30 luglio 2019 Con l’intento di ammirare ancora delle belle fioriture, specie di lavanda, e magari del raro aglio a fiori rosa, scelgo come meta il lago Oserot in alta valle Stura, che puo’essere raggiunto compiendo un anello dal paesino di Bersezio in circa 4 ore. Arrivo a Bersezio (1624 m.) col bus di linea da Cuneo e dal centro mi dirigo verso la montagna lungo prima via Dei Bari e poi via Oserot che passa a fianco degli ultimi condomini. Dopo un tratto tra i prati il sentiero P 37 si immette in una carrareccia che seguo in salita dentro il lariceto. Piu’ in alto dove il sentiero procede in diagonale predominano tratti di ghiaioni, dove abbondano i cespi del Centranthus angustifolius (Valeriana a foglie strette), specie a distribuzione limitata a Piemonte, Liguria, Altoadige ed Abruzzo, accompagnati da qualche esemplare dell’ancora più raro Allium narcissiflorum, subendemismo delle alpi sudoccidentali, che abbellisce le pietraie calcaree assolate sopra i 2000 m. coi suoi fiori penduli di un bel rosa carico. Meno interessante dal punto di vista floristico, anche se più abbondante, è invece il Laserpitium siler, robusta ombrellifera bianca con foglie molto divise che predilige anch’essa ghiaioni calcarei o boscaglie rade.
I vari cespugli di pino mugo segnalano che si è ormai a 2000 metri, mentre sulla destra si fanno notare alcuni bunker, ricordo del conflitto italo-francese del 1940 . Dopo circa due ore di salita arrivo alla Bassa di Terrarossa ( 2426 m). che si affaccia sul vallone della Fonda dell’Oserot dove si trova il lago. Sulle rocce sovrastanti spicca una lunga casermetta militare che coi bunker e altre baracche costituivano parte della grande opera difensiva del vallo alpino occidentale, costruita a ridosso del confine francese negli anni ’30-’40, insieme alla strada militare che prosegue verso il passo di Rocca Brancia. Su questa scorgo due bikers diretti alla Gardetta, uniche persone avvistate nel mio giro, oltre a un signore della valle Gesso ma di origine abruzzese che mi racconta a lungo del suo passato di guida sull’appennino e del suo presente di appassionato escursionista nelle valli cuneesi..E’ di ritorno dal Monte Oserot, cima che avrei inserito anche volentieri nella mia escursione, ma da sola in genere non mi cimento con vette pietrose.. Dopo averlo salutato , dalla Bassa di Terra Rossa scendo con sentierino sulla destra verso il lago Oserot. Dopo venti minuti ecco il lago, con la sorpresa di tante stelle alpine e deliziose marmottine che si danno rapidamente alla fuga messe in guardia dalle marmotte di vedetta..
Il posto meriterebbe una sosta più lunga ma sono quasi le quattro e così mi preparo a scendere, lungo il vallone di Servagno, seguendo i segnavia della GTA, dapprima su pascoli dove abbonda la genziana maggiore, poi in ambiente più pietroso dove la lavanda la fa da padrona, come del resto un po’su tutte le rocce calcaree di questo versante della valle Stura.. In una mezz’ora di passo lesto arrivo alle diroccate Grange Servagno, dove riposano delle mucche, e da qui continuo la discesa lungo la GTA, con vari tornanti stretti, fino ad arrivare con un’altra mezz’ora alla strada provinciale che mi riporta poi sulla destra a Bersezio. Per un percorso più agevole e rapido conviene, dalle Grange, seguire il sentiero tracciato con tratteggio sulla carta Fraternali (Alta valle Stura,n 13) che arriva in centro a Bersezio oppure sotto le grange, appena si vedono scendendo le poche case della frazione Serre, si gira sulla destra verso queste e da qui si arriva alla provinciale lungo stradina asfaltata (v.ultima foto,per visualizzarla bene aprire l’articolo non con Chrome).
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