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Fine luglio 2012
Breve soggiorno in un bel rifugio delll’area Catinaccio , vicino all’Alpe di Siusi, con salita sulla facile vetta sovrastante (Cima di Terrarossa, 2655 m.).
Dopo aver dormito una notte in Bolzano centro, all’hotel Cappello di Ferro (albergo storico di Bolzano, per 50 eu la singola con colazione, trovato all’ultimo minuto) l’idea è quella di raggiungere amici di una comitiva del cai Uget di Torino che sosteranno all’Alpe di Tires dopo aver dormito al rif.Sassopiatto, nell’ambito di un trek del Catinaccio di 7 gg. Ho scelto di salutarli in questo rifugio, incuriosita dalle descrizioni relative alla zona, inoltre avevo visto sul sito del rifugio che era in programma per il giorno prima un concerto di corni, motivo per cui anticipo in fretta il mio arrivo sul posto.
Da Bolzano prendo il bus verso le 8 per il paesino di Tires, sotto il Catinaccio, scendo alla frazione di S.Cipriano , e da qui mi avvio lungo la val Tchamin seguendo le indicazioni per il Rifugio Alpe di Tires. Nel primo tratto del bosco incontro vari pannelli del percorso ginnico, poi nella vecchia segheria ad acqua il centro informazioni del parco Sciliar Catinaccio, dove ammiro gli animali imbalsamati mentre una gentile forestale mi illustra sulla carta la rete di sentieri della zona. Seguendo le paline per i sentieri 3 e 3A risalgo la boscosa val Chamin con le sue belle radure (Schaferter leger e Rechter Leger) e le sue fonti curative ( bicarbonato calciche ) (v.articolo Il rifugio sospeso). Dopo un tratto ghiaioso i due sentieri si dividono : il 3A sale a destra al Rif.Bergamo (da cui passerò due gg.dopo per rientrare a Tires), mentre io devo continuare lungo il n.3. Eh, sì, ahimè, tanto è accogliente e bucolica la val Chamin appena percorsa e tanto è inospitale il vallone roccioso che mi si presenta davanti: il Barenloch, ovvero Buco dell’orso. Il percorso su roccia è qua e là attrezzato con funi e gradini, ma comunque fattibile e allietato dalla presenza di bei fiori rupestri: la Potentilla nìitida (cinquefoglia delle Dolomiti) dai fiori rosa e subendemica delle Alpi centrali, e vari cuscini di Saxifraga bianca che dovrebbe essere la squarrosa,( detta sassifraga delle dolomiti, subendemica delle Alpi orientali in fessure di rocce calcaree ma non ho prelevato parti utili alla classificazione dato che ero assorbita dalle difficoltà del percorso).
Una volta fuori dal vallone roccioso prendo sulla destra (mentre sulla sinistra il sentiero prosegue per il rif.Bolzano col n.4) e in un quarto d’ora sono al rifugio Alpe di Tires (2440 m.), dal bel tetto rosso. Tot:3h Resto delusa dal fatto che il concerto non prevede i corni alpini, quelli lunghi, che erroneamente mi aspettavo, ma altri strumenti a fiato. Comunque la cucina al rifugio è ottima, con ampia scelta (non ho fatto foto ai piatti forse perchè avevo la macchina fotografica in carica nelle ore dei pasti). Naturalmente scelgo canederli e una pasta tipo alla boscaiola e di dolce la torta ladina, lo strudel, nei tre pasti che faccio al rifugio, ma non ricordo altre portate. L’indomani mattina salgo di buon’ora alla forcella dei denti di Terrarossa, ma c’è nebbia verso l’Alpe di Siusi, così torno indietro e decido di recarmi alla Malga Molignon, sull’Alpe di Siusi (prendendo la stradina n.4 sino all’ex rifugio Dialer e poi il sentiero n.7, circa un’ora se ben ricordo). Dopo uno snack veloce lungo il sentiero mi avvento sulla carta di dolci di questo rifugio rinomato per la sua cucina e difatti scorgo un insolito dessert che non trovo quasi mai nelle mie esplorazioni altoatesine: il buchteln (vedi articolo Buchteln, dolce indimenticabile). Molto appagata dall’esperienza gustativa me ne torno per il sentiero dell’andata ma mi fermo all’incrocio col sent.4, ad aspettare il gruppo di amici che stanno ormai arrivando dal rif.Sassopiatto.
Il giorno dopo mi aggrego al gruppo escursionisti per fare la Cima di Terrarossa (2655 m.) sopra al rifugio, mentre il gruppo ferrata fa il Maximiliansteg. Saliamo in poco tempo, meno di un’ora mi pare, ammirando il panorama sul Latemar e alpe di Siusi e ci riuniamo al gruppo ferrata per scendere al rifugio insieme per un ultimo pasto. Poi partiamo insieme sul 3A-554 per un certo tratto: la comitiva prosegue col 554 per il rif.Passo Principe ed io ridiscendo lungo il 3A verso Tires passando per il Rif. Bergamo (v.articolo Il rifugio sospeso). Arrivo in paese quasi al tramonto e cerco il garni Trogl dove avevo prenotato per una notte una singola con colazione. Ottimo prezzo (40 eu) per un buffet da colazione strepitoso! E l’indomani mattina scesa a Bolzano…mi sembra di aver dedicato poco a questi posti stupendi (4 gg.), così…all’ufficio turismo mi faccio indicare un altro alloggio per una notte per vedere ancora il museo di Scienze e le piramidi del Renon e prima della partenza definitiva mi consolo con un kaseirsmarren di ben quattro uova!
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