BELLEZZA E CRUDELTA’ DEL GELO…L’11 dicembre 2017, mentre nel cuneese l’intensa nevicata aveva reso necessaria la chiusura di molte scuole, in Valbormida , nel Savonese, succedeva qualcosa di peggiore: un fenomeno raro, il gelicidio, dovuto alla pioggia congelantesi, per cui l’acqua piovana, ancora liquida per soprafusione (pur essendo la temperatura sottozero) si congelava sugli oggetti e sul terreno, creando una lastra scivolosissima, il verglass, che ha reso in poco tempo impraticabili le strade. Chiuse l’autostrada To-Sv nel tratto Ceva-Savona e la linea ferroviaria, anche a causa del rischio connesso ad alberi pericolanti o effettivamente caduti.
La sera dopo, a trasporti ripristinati, sono tornata nella casa dei miei in valbormida e mi si è presentato agli occhi uno scenario siberiano anche se suggestivo.. ghiaccioli che pendevano da muri, vasi da fiori, sedie e tavoli del giardino e i cespugli completamente glassati! Camminando, anzi pattinando, sulla dura neve- di precedente nevicata-, ho ammirato le opere d’arte del ghiaccio, ma purtroppo anche molte giovani gaggìe spezzate del bosco dietro casa… centinaia sono gli alberi che la pioggia gelata ha mutilato in valbormida… Ma ho toccato con mano la portata del danno solo quando, a Pasquetta, con Beppe, decidiamo di fare un salto alla riserva dell’Adelasia per verificare le condizioni della faggeta e dei faggi più belli. Non solo rami rotti o fusti divisi in due, ma addirittura grossi esemplari divelti ci troviamo di fronte lungo il sentiero 1, che da località Traversine conduce verso la rocca dell’Adelasia consentendo la deviazione verso i faggi più grossi. Tale era stato il peso del ghiaccio sui rami da sradicare anche faggi di notevoli dimensioni, non per fortuna il faggio più bello, albero monumentale, visibile salendo sulla destra in prossimità di un cartello (vedi articolo Ai faggi monumentali dell’Adelasia). Dopo le solite foto col faggione e stufi di fare la gincana tra i tronchi risaliamo l’impluvio fino a raggiungere il tratto superiore del sentiero n.1 , che troviamo invece già ripulito dai rami caduti e passando a fianco della cascina Miera (chiusa da ottobre 2017) in breve torniamo all’auto.
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