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LA SAGRA DEL CIAPINABO’ A CARIGNANO (TO)

A Carignano (To), nei pressi di Carmagnola, da ormai più di 30 anni in ottobre si svolge la Sagra del Ciapinabo’, che celebra con mille ricette il Topinambour (Helianthus tuberosus). Evento imperdibile quindi per gli amanti di questo tubero bitorzoluto dal sapore simile al carciofo che e’sempre piu’apprezzato dagli chef. Qui gli allievi dell’Istituto Alberghiero di Carignano lo presentano in mille versioni, ( e ottimi prezzi ) oltre come protagonista indiscusso tra le verdure della Bagna Cauda, anche in flan, lasagne, risotti, insalate, pure’ e persino nei dolci tipici piemontesi, bunet e persi pien! Nella piazza dedicato allo street food lo si trova poi anche fritto,le  chips di patatine, i “Ciafrit” serviti nel cartoccio. Ovviamente vengono venduti anche i tuberi, nelle due forme, a buccia marroncina o rossa, insieme ad altri prodotti del territorio nelle varie bancarelle. E poi per smaltire tutte queste originali delizie si puo’fare una passeggiata nel vicino Bosco del Gerbasso, a cui ho dedicato un articolo. Io ho messo i topini (altro nome con cui vengono spesso chiamati)  nel mio orto anni fa e si sono espansi senza chiedere cure, li raccolgo dall’autunno dopo la fioritura  all’inizio primavera, visto che a differenza delle patate non temono il gelo ma una volta raccolti si conservano solo poche settimane. Li uso trifolati, in chips, vellutate o minestre autunnali, insieme spesso a castagne e grano saraceno. E sempre rispetto alle patate sono piu’salutari, consigliati anche dai dietologi, in quanto avendo il polisaccaride inulina (che e’una fibra solubile e ottimo prebiotico che stimola la crescita dei batteri intestinali  buoni) aumentano il senso di sazieta’e impattano meno sulla glicemia rispetto alle patate, ricche di amido. La pianta e’arrivata da noi nel 1600 dal Nord America (da non confondere con la patata dolce o batata, Ipomea batatas, dalla polpa rosata, anch’essa comunque utile per colesterolo e glicemia) e da allora ha trovato il suo habitat ideale nelle sponde sabbiose dei fiumi della pianura padana, che abbellisce a fine estate coi suoi fiori gialli, oltre a venire coltivato specialmente in Piemonte. 

 

 

 

 

 

 

 

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