Il mio primo incontro con l’aglio ursino (Allium ursinum) è stato tanti anni fa nel parco della Valle Pesio, quando camminando nella faggeta ai primi di giugno ho avvertito ad ogni passo un forte odore d’aglio; questa piantina perenne forma difatti estesi popolamenti nel sottobosco di faggete fresche e boschi montani ripariali fino ai 1500 m.d’altezza. Qualche tempo dopo nei boschi del Giovo di Sassello l’ho ritrovato e ho deciso di trapiantarlo nel mio giardino.. Da allora nel mese di maggio quell’angolino ombroso si riempie delle foglie e dei bei fiori bianchi di quest’aglio che rispetto a quello domestico è più delicato e se ne possono usare le foglie giovani nelle insalate (molto buone tritate sulle patate lesse), o anche i fiori , meglio non usare i bulbilli per non disperdere le piante ovviamente. Un’ottimo utilizzo è quello di farne un pesto, con modalità simili al pesto ligure di basilico, con la differenza che questo si sostituisce del tutto con le foglie di aglio ursino, che rendono anche non più necessaria l’aggiunta dello spicchio d’aglio domestico . Nelle varie ricette sul web si usano spesso solo le mandorle, ma in genere noi mettiamo un misto di frutta secca, tra mandorle, noci o pinoli.
Procedimento: frullare ( o pestare ) una manciata di foglie tenere di aglio ursino con noci e mandorle o pinoli e parmigiano o pecorino, insieme a del buon olio evo. Usare per condire la pasta o patate bollite, carni,o per bruschette.
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