E’ una giornata di pieno inverno, ho la verza nel frigo, della toma, salvia, patate e l’aglio…tutto sembra suggerirmi che è ora di una bella pizzoccherata! Mancano solo loro, i pizzoccheri, quelle tagliatelle spezzate fatte col grano saraceno tipiche della Valtellina.. E allora via, al supermercato ad acquistarli per poi cucinarli e degustarli… nel ricordo ancora vivo di un magnifico trek di vent’anni fa, lungo l’Alta via della Val Malenco in cui si creò una bella sintonia tra noi otto partecipanti, comprese le due guide, due accompagnatori di media montagna molto esperti di Busto Arsizio. Una sera, mentre intonavamo La montanara all’esterno del rifugio Palù, alcuni gitanti ci sentirono cantare e chiesero che coro fossimo! Da allora decidemmo di chiamarci coro La Pietraia, con tanto di libretto di testi in seguito confezionato da una di noi, anche se un coro vero non lo eravamo… ma dopo un mese ci ritrovammo, per sentirne uno veramente coi fiocchi: i Crodaioli di Bepi de Marzi, quelli del Signore delle cime per intenderci…Nacque tra noi una bella amicizia che per alcuni anni ci portò a rincontrarci, un po’ da uno un po’dall’altro: dalla bolzanina per le discese invernali con lo slittino, dai bustocchi per escursioni lombarde, da me sulle Alpi Liguri…
L’Alta Via della Val Malenco (in provincia di Sondrio, sulle Alpi Retiche) è una traversata in quota di un centinaio di km. percorribili in totale in 8 tappe, alle pendici del gruppo del Disgrazia, del Bernina e del Pizzo Scalino; è stato segnato tra l’altro dal mio amico alpinista e geografo Giancarlo Corbellini, che conobbi poi l’estate successiva durante il Camminaitalia ’99. Noi lo abbiamo percorso quasi del tutto per 6 giorni compiendo un anello tra Chiesa e Caspoggio con pernottamenti ai Rifugi Porro, Longoni, Lago Palù, Bignami e Cristina, visitando anche l’Ecomuseo della Val Malenco a Chiesa e concludendo al ristorante con scorpacciata di pizzoccheri e sciatt naturalmente!
Ingredienti (per persona):
– una manciata di pizzoccheri
– verza a striscioline
– una patata media
– una fettina di formaggio casera (o toma di montagna)
-burro,salvia,aglio,pepe
Cuocere le patate a pezzi in acqua salata insieme ai pizzoccheri per circa quindici minuti, a metà cottura aggiungere le striscioline di verza (come varianti si usano biete o fagiolini), intanto rosolare in padella la salvia e lo spicchio d’aglio nel burro, e versarvi poi i pizzoccheri scolati con alcuni pezzetti di toma che così si fonderanno un po’(oppure passare il tutto qualche minuto in una pirofila in forno).
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