Primi di settembre 2017, 3 giorni di trek scuola nell’ambito del Progetto di trekking e arrampicata, insieme ai colleghi di ed.fisica (io per la parte naturalistica) e a una trentina di alunni dei licei. Non ci sono quasi più fioriture, ma camminiamo nel regno del calcare ai piedi di splendide cime delle alpi Liguri, tra valle Pesio ed Ellero, nell’area protetta del Parco del Marguareis, dormendo in splendidi rifugi.
1^giorno
Saliamo da Pian delle Gorre,in valle Pesio, dove arriviamo verso le 9 del mattino, prendendo le indicazioni sulla sinistra per il rifugio Garelli; sosta di un quarto d’ora al Gias sottano di Sestrera (1340 m), con fontana, dove c’è il bivio con le due varianti per il rifugio, prendiamo quella di sinistra che attraverso il bosco di abeti bianchi e faggi con un po’ di fatica (molta afa) ci porta in due ore al ripiano del Gias soprano di Sestrera (1842 m.) da cui ormai scorgiamo il rifugio Garelli (a quota 1970 m), al Pian del Lupo. L’architettura del moderno rifugio (ricostruito nel 1991), dalla forma che richiama quella della catena del Marguareis, è veramente attraente. Il rifugio si è dotato da alcuni anni (nel 2014 con progetto Fitodep) di un innovativo sistema di depurazione delle acque reflue che prevede l’utilizzo della capacità depurante delle piante, messe a dimora in cinque vasche di decantazione (pochi anni dopo è stato realizzato quello del Moncenisio, che risulta così essere il più alto d’Europa). Prendiamo posto nelle camerate (il rifugio ha ben 90 posti letto) e noi docenti ci concediamo un’ottima polenta con cervo e dolce preparati dai bravi gestori.
Nel pomeriggio tutti al laghetto del Marguareis per ammirare la Stazione botanica-senza fiori però data la stagione- (dedicata al guardiaparco Danilo Re, appassionato di botanica e sostenitore del progetto, deceduto tragicamente in servizio nell’autunno 1995 e che io avevo conosciuto al parco nei precedenti mesi estivi) e intanto qualcuno si cimenta in prove di arrampicata su masso del laghetto. Rientrati al rifugio prima di cena ci rechiamo in dieci minuti all’altra stazione botanica (di Burnat -Bicknell ) dove cerco di illustrare ai ragazzi i principali ambienti botanici presenti. Entrambe le stazioni sono state ultimate nel 1997 e nelle 56 aiuole presentano più di 6000 piantine, con una novantina di rarità floristiche (Fritillaria moggridei, Saxifraga florulenta, Berardia subacaulis…)
2^giorno
Lasciamo con dispiacere il bel sito del Garelli per dirigerci verso il rifugio Mondovi, passando per il colle di Porta Sestrera, (2225 m) che raggiungiamo in circa un’ora. Durante la traversata, che dura circa 2 ore e mezza, e coincide con un tratto di GTA, oltre che del GM (Giro del Marguareis, ampio trekking ad anello di 4/5 gg intorno alla cima più alta delle Alpi liguri (2652 m.) con possibilità di dormire nei cinque rifugi della zona) transitiamo nella suggestiva conca del lago Biecai (ormai interrato) e incontriamo una comitiva di alunni di scuola media che con i loro prof. percorrono l’itinerario al contrario.
Intorno a mezzogiorno arriviamo al rifugio Mondovi, (1760 m). in alta valle Ellero, rimodernato da pochi anni, che per la forte siccità di quest’estate presenta problemi di approvvigionamento idrico.. i pasti ci vengono serviti con piatti e posate di carta, ma la cucina è anche qui molto soddisfacente (il rifugio è molto frequentato d’estate per la polenta ai quattro sughi di Mariolino, anche se da qualche anno è stato istituito un ticket in agosto per chi lo raggiunge salendo dalla valle Ellero). Nel pomeriggio istruzioni sulle manovre di base di arrampicata col collega di ed.fisica sul retro del rifugio e più tardi anche in una palestrina di roccia sopra.
3^giorno
Oggi saliamo al passo delle Saline (2177 m.), itinerario che ci permetterà di ammirare gli effetti del carsismo per cui queste valli sono principalmente note (inghiottitoi, campi solcati e doline ,ma non ovviamente le grotte che sono esclusiva degli speleologi), dovuti alla corrosione sulle rocca calcaree (le Alpi liguri sono il regno del calcare) da parte delle acque meteoriche leggermente acide. Sotto la guardia dell’imponente cima delle Saline (m 2610 ) e delle bianche pendici del Mongioie (m. 2630) arriviamo al passo in poco più di un’ora e mezza, il sentiero (anche qui parte di GTA e di GM, il giro del Marguareis) percorre qui quella che era una delle antiche vie del sale, come testimonia il toponimo di passo delle Saline, via lungo la quale venivano trasportati sale, olio, vino, farina dal basso Piemonte alla Liguria, fin dal I sec a.C.
Ritornati al rifugio per il pranzo ci apprestiamo a scendere a metà pomeriggio lungo la valle Ellero fino a un parcheggio dopo Ponte Murato dove vengono a prenderci i genitori degli alunni con le auto. La discesa è molto comoda perché lungo sterrata che dapprima percorre l’ampio pianoro di Pian Marchisio (un tempo lago ora interrato) e poi scende dolcemente verso Rastello (tempo di discesa circa 1h.30). Volendo fino a pian Marchisio si può arrivare in auto, ma non con tutte, dato il fondo stradale a tratti un poco sconnesso.
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